Un momento di una precedente manifestazione al canile Muratella in via della Magliana
Un momento di una precedente manifestazione al canile Muratella in via della Magliana

ROMA – “I finanziamenti per i canili transitino direttamente dalle casse comunali alle ciotole dei cani: ecco cosa intendiamo per gestione diretta delle strutture da parte del Comune”: rilancia la propria posizione la presidente di Feder Fida Onlus Loredana Pronio mentre ancora infuria la protesta dei lavoratori dei canili contro il bando ponte che assegnerebbe la gestione delle strutture di Roma Capitale a un privato pugliese, per di più titolare tra le altre attività anche di una legata alla sperimentazione con animali per l’Università di Bari. Nelle divaricate posizioni, la voce di Feder Fida Onlus si pone con terzietà assoluta, dal momento che l’associazione ha nel suo statuto il divieto di gestire canili. Nessun interesse diretto, dunque: “Noi agiamo nell’interesse esclusivo degli animali e dei cittadini, e per questo sosteniamo come via migliore la gestione diretta dei canili da parte del Comune di Roma. Ovvio – spiega la presidente Pronio – chiunque gestisca una struttura deve poi sostenere le spese correnti tra cui quella per il personale che, inevitabilmente, assorbe larga parte degli stanziamenti pubblici. E’ ciò che è accaduto fino a adesso con l’Avcpp, l’Associazione volontari del canile Porta Portese. Noi riteniamo che le associazioni debbano assolutamente operare nei canili, ma a titolo di volontariato, così come da statuto nazionale che regolamenta le onlus. Devono occuparsi degli animali, vigilare il loro benessere, promuovere le adozioni… questa è la ricetta per evitare speculazioni sulla pelle delle bestiole”.

Ieri intanto, proprio i lavoratori di Avcpp – che gestisce da ormai anni i canili del Campidoglio – hanno tenuto una conferenza stampa per annunciare il sit-in di queste ore sotto la sede del Dipartimento capitolino Ambiente sulla Circonvallazione Ostiense e il proseguimento delle occupazioni nei canili della Muratella e dell’ex Cinodromo. “Mentre il Comune chiede alla società arrivata seconda nel bando ponte – argomentano i lavoratori – un’offerta per i due canili pubblici rimasti scoperti, Muratella ed ex Poverello a Vitinia, intanto porta avanti una trattativa con l’attuale gestore di Muratella. Cosi’ facendo, utilizza il bando come arma di ricatto nei confronti dell’attuale gestore per costringerlo ad accettare la riduzione dei fondi e i tagli ai salari. Chiediamo di continuare con la proroga tecnica a fondi pieni – aggiungono – altrimenti il Comune si dovra’ assumere la responsabilità di un bando che è vera e propria macelleria sociale”.

Secondo i lavoratori, infatti, secondo quanto riportato anche dall’agenzia di stampa DIRE, il Comune avrebbe effettuato un “taglio verticale delle risorse in bilancio”, rendendo impossibile la gestione del canile di Muratella: “Chiedono tagli di salari dal 20 al 40% su degli stipendi che sono gia’ molto bassi, ed una riduzione degli orari di lavoro, ma qui siamo già al limite per garantire il funzionamento della struttura”. La polemica tra i lavoratori dei canili di Roma e il Comune, intanto, divampa: “Per delegittimare la nostra presenza nel canile della Muratella, il Comune gioca sporco. Dagli uffici comunali arrivano voci secondo le quali “guadagnare 2.500 euro per pulire una gabbia sono troppi”. Ma queste cifre sono completamente false: in una città cara come Roma, i nostri stipendi sono al limite della povertà”, dichiarano i lavoratori sulle cui retribuzioni da tempo le cronache locali hanno acceso i riflettori. Tuttavia, a confermare le posizioni dei lavoratori ci sarebbero le ricevute Inail degli stipendi, di cui è entrata in possesso dell’agenzia DIRE la quale testimonia che i cedolini certificherebbero stipendi netti mensili tra i 1.123 euro per un impiegato di livello D2 ai 1.237 per un operaio di livello D2 fino a 1.367 di un operaio di livello D3.

 

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