Gli agenti con alcuni dei cuccioli sequestrati l'altro giorno a Udine
Gli agenti della Polstrada di Udine con alcuni dei cuccioli sequestrati l’altro giorno a Udine

UDINE – Solo mercoledì scorso hanno scoperto e sequestrato 49 cuccioli in arrivo dalla Slovacchia e destinati al traffico illegale: oggi gli uomini della Polizia Stradale della provincia di Udine fanno il punto su un fenomeno tra i business criminali più redditizi che prevedibilmente, in questo periodo prenatalizio, è destinato ad aumentare richiedendo da parte delle forze dell’ordine uno sforzo ancora maggiore. “Il traffico di cuccioli di cane – conferma il comandante della Polstrada di Udine Giuseppe Stornello all’AdnKronos – è il secondo mercato nero più redditizio al mondo dopo quello della droga”.

Si tratta, spiega il comandante, di un mercato facile e redditizio perché si compra a poche centinaia di euro all’estero, dove un cucciolo di cane economicamente vale fino a 20 volte meno che in Italia, e si rivende a migliaia di euro nel nostro paese: “Un cane di razza nato in un allevamento dell’Est – afferma Stornello – può essere venduto al trafficante a 200 euro e rivenduto dallo stesso in Italia anche a 1500 euro. L’acquirente molto spesso viene truffato con documenti contraffatti che attestano false caratteristiche del cane”. A parte la truffa per chi acquista dal mercato illegale, ci sono le condizioni degli animali che, invece, non hanno scelta: “Il traffico illegale di animali è uno dei reati che colpisce maggiormente in quanto i cani viaggiano come merce, soprattutto di notte, rinchiusi in scatoloni e borse, nascosti nei bagagli dove rimangono stipati per anche 10 o 11 ore senza bere né mangiare”, prosegue Stornello. “Purtroppo la sanzione penale prevista per il maltrattamento animali non è ancora incisiva”, sottolinea.

Ad acquistare i cuccioli sui mercati dell’Est sono non tanto o non solo i privati quanto, segnala anche la Lega AntiVivisezione (LAV), negozi e allevamenti. Non solo: a volte i piccoli vengono esposti nelle fiere itineranti o venduti ai caselli autostradali. Per non parlare di internet. E’ ancora Lav a informare, attraverso il suo sito web, che “i cuccioli nascono in allevamenti a conduzione familiare o in vere ‘fabbriche di cuccioli’, strutture che ospitano decine o centinaia di fattrici per la riproduzione, stabulate in box piccolissimi con cibo solo per sopravvivere. Una volta raggiunti i 30-40 giorni di età, i piccoli sono caricati su camion o furgoni e trasportati nel nostro Paese”. E’ una vera e propria tratta in cui un cucciolo su tre muore, spesso dopo essere stato acquistato in negozio.

Per i cuccioli che sopravvivono, poi, ci sono le conseguenze che possono essere sia di carattere strettamente sanitario – perché i piccoli, strappati precocemente alla madre, sono privi di difese immunitarie e contraggono malattie anche mortali e anche pericolose per l’uomo – sia comportamentali dovuti sempre al distacco anticipato dalla madre e dai fratellini. Intanto i nostri canili sono pieni di cani di ogni età e taglia, e persino di razza, che attendono una famiglia.

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