Un Bllodhound, o cane di Sant'Uberto, è tra le razze maggiormente utilizzate nell'individuazione di molecole organiche
Un Bloodhound, o cane di Sant’Uberto, è la razza più utilizzata nell’individuazione di molecole organiche

SAN MINIATO (Pisa) – E’ stato un cane molecolare a ritrovare questa mattina, nel canneto dove si era nascosto, l’anziano scomparso ieri pomeriggio dalla sua abitazione di Ponte a Egola, nel comune di San Miniato. L’uomo, 85 anni, è stato rintracciato quando erano circa le 9, dopo una notte trascorsa al freddo ma complessivamente in buona salute, anche se per precauzione è stato ricoverato all’ospedale di Empoli. L’anziano, con seri problemi di salute, era uscito da casa eludendo la sorveglianza dei familiari e ben presto si è perso senza riuscire a tornare indietro. Nel pomeriggio di ieri il figlio, dopo averlo cercato invano insieme ad altri parenti, ha denunciato la scomparsa ai carabinieri che hanno immediatamente fatto partire il dispositivo di ricerca con l’ausilio dell’unità cinofila del gruppo carabinieri di Firenze, con squadre che hanno lavorato per tutta la notte. L’anziano è stato rintracciato in un canneto a pochi chilometri da casa, dove aveva trovato riparo.

Ma chi sono, e che caratteristiche hanno i cani molecolari, il cui nome pare uscito dal laboratorio di uno scienziato pazzo? Beh, intanto diciamo che la definizione è più una convenzione giornalistica che altro. Tuttavia, essa si riferisce a un cane il cui fiuto è così raffinato da poter individuare una determinata traccia olfattiva anche se presente in forma molecolare. E se è vero che il fiuto di tutti i cani è rinomato per il suo acume, è vero anche che in alcune razze canine questa caratteristica è oltremodo sviluppata. Oggi come oggi, in genere, quando si parla di cane molecolare ci si riferisce a una razza precisa, che è il Bloodhound, il cui fiuto è tra i più raffinati tra tutte le razze canine. Di origine belga il Bloodhound, chiamato anche Cane di Sant’Uberto, era anticamente allevato dai monaci dell’omonimo convento nelle Ardenne. Le radici della razza affondano assai indietro nel tempo: di lui parlano già Senofoonte nel 400 a.C e il sofista Eliano nel III secolo.

 

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