I funerali di Leonid Gurevich Kulikovsky, ritratto da piccolo nel riquadro, e - in alto a sinistra - il suo fedele compagno
I funerali di Leonid Gurevich Kulikovsky, ritratto da piccolo nel riquadro, e – in alto a sinistra – il suo fedele compagno

DARWIN (Australia) – E’ morto da randagio e il suo cane è rimasto a vegliarlo finché è stato ritrovato lì, buttato sotto un albero della cittadina di Katherine in Australia. Ma lui – che aveva scelto una vita in incognito quasi da barbone, con il suo cane come unica famiglia – altri non era che Leonid Gurevich Kulikovsky, il pronipote del penultimo zar di Russia Alessandro III nonché lontano parente della regina Elisabetta II. Nella roulotte di Katherine dove viveva si faceva chiamare Nick. Nulla si sa di come invece avesse scelto di chiamare il suo cane, che gli è stato compagno di vita e anche di morte. Dopo che lo hanno ritrovato, il 27 aprile scorso, il 72enne stroncato da un attacco di cuore è rimasto per due mesi nell’obitorio cittadino prima di essere identificato.

Ieri, finalmente, nella chiesa ortodossa di Darwin nel nord Australia, si sono celebrati i funerali. La famiglia ha inviato un messaggio in cui ha spiegato di aver perso il contatto con Kulikovsky da quando aveva lasciato la Danimarca, dove la famiglia viveva in esilio, per emigrare in Australia nel 1967. A quanto affermano, stavano cercando di rintracciarlo solo pochi giorni prima di apprendere della sua morte. “Chi lo ha conosciuto a Sydney o a Katherine molto probabilmente non sapeva che era un discendente dello zar russo Alessandro III”, recita il messaggio. Ed è vero, perché gli amici di strada e i vicini di roulotte raccontano che Nick non amava molto parlare di sé, né del suo passato da Leonid Gurevich Kulikovsky. Aveva l’amore del suo cane: a lui non importava chi fosse. Non faceva domande. E’ semplicemente rimasto insieme a lui fino alla fine.

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