MILANO – La pet-therapy varca i cancelli di San Vittore: il progetto pilota finanziato dalla camera penale di Milano, inizierà da gennaio ed avrà per protagonisti i detenuti del reparto psichiatrico e i cani da pet-therapy della Maith Onlus che la direttrice del carcere Gloria Manzelli ha accettato di accogliere. “Gli animali non ci giudicano – spiegano alla Maith Onlus che questo progetto, davvero il primo nel suo genere, lo ha ideato, voluto e a questo punto realizzato – non guardano al nostro passato, vivono nel presente e ci insegnano a fare altrettanto”. Una dimensione ideale, questa, per chi si trova a misurarsi con l’afflizione di una pena detentiva.

“I benefici effetti della pet-therapy – spiegano dall’associazione che opera proprio nell’ambito degli interventi assistiti con gli animali – fanno capo sia all’ambito cognitivo che a quello affettivo-relazionale. Molteplici sono le ricerche che mettono in luce la possibilità che l’utente ha, durante la seduta, di dominare la propria apprensione e i propri stati d’ansia, cercando di armonizzare i rapporti sia con il terapista che con l’animale. Relazionarsi con un cane sviluppa un senso di cura e responsabilità, determinando cambiamenti nello stile relazionale dei pazienti”, in questo caso i detenuti del reparto psichiatrico del carcere milanese.

“Un altro aspetto che sembra essere determinante nei cambiamenti di chi usufruisce di tale terapia – afferma la Maith – è che proprio il rapporto con l’animale aiuta a formulare delle domande e riconoscere i desideri che vivono dentro i detenuti, cosicché si sviluppa una maggiore possibilità d’espressione unita ad un miglior uso funzionale delle proprie risorse. Altrettanto importante è una conoscenza più approfondita del proprio corpo sia rispetto ai propri limiti che alle potenzialità che in esso stazionano”.

L’intero progetto è stato messo a punto da una équipe multidisciplinare che sarà incaricata di monitorare gli obiettivi e nello stesso tempo salvaguardare il benessere animale durante tutto il percorso.