cuccioli goriziaGORIZIA – E’ Gorizia, la linea del fronte in cui più che altrove si combatte il traffico illegale di cuccioli di cane dall’Est Europa. Arrivavano dall’Ungheria i 41 cuccioli sequestrati dalla Guardia di Finanza che ha così messo a segno un colpo significativo contro questo business illegale. I piccoli viaggiavano in un bagagliaio, in 4 gabbie, maltrattati e privi luce e aria, in evidente stato di paura perché costretti a condividere l’esiguo spazio dei trasportini, senza possibilità di abbeverarsi e di sfamarsi. Erano privi di sistemi per l’identificazione, delle necessarie certificazioni sanitarie e del passaporto individuale.
Sono stati trovati in queste condizioni i 41 cuccioli di cane che l’altra notte sono stati sottoposti a sequestro da parte delle Fiamme Gialle di Gorizia. Il fermo dell’autovettura proveniente dall’Ungheria e transitata attraverso il valico del confine goriziano, una Fiat Multipla, con a bordo tre persone residenti in Campania e Lombardia, è avvenuto in provincia di Padova, nei pressi della stazione di servizio San Pelagio Ovest, a seguito di una segnalazione pervenuta dall’Ente Italiano Tutela Animali (E.I.T.A.L. ONLUS)
images8TOYL0JPI finanzieri si sono subito resi conto della presenza dei numerosi cuccioli: 10 maltesi, 4 volpini, 23 bulldog francesi, 1 bulldog inglese, 3 bull terrier. L’intervento di un medico veterinario dell’azienda U.L.S.S. n. 16 di Padova ha permesso di accertare la tenera età dei cuccioli, di circa 8 settimane, precocemente distaccati dalle madri. I tre soggetti coinvolti nel traffico internazionale di animali da compagnia sono stati denunciati alla Procura di Padova per i reati che puniscono il maltrattamento di animali previsti agli artt. 544 ter e 727 comma 2 del codice penale ed all’art. 4 della Legge 201/2010 (ratifica ed esecuzione della Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia).
I cuccioli sono ora in buone condizioni e saranno affidati in custodia giudiziale dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia. I cuccioli, pagati poche decine di euro, se fossero stati introdotti nel mercato, avrebbero consentito un illecito guadagno di circa quindicimila euro.

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