
PARTINICO (Palermo) – C’è un drammatico aspetto a quattro zampe, nella vicenda del giornalista di Telejato Pino Maniaci che da simbolo antimafia si è rivelato coinvolto in una vicenda di estorsioni: si tratta dell’uccisione dei due cani del giornalista che, secondo le intercettazioni, sarebbero stati impiccati per ritorsione dal marito di una donna con cui il giornalista avrebbe avuto una relazione. Su questo interviene l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali (Enpa), che ha presentato in merito una denuncia contro ignoti.
“Siamo veramente sorpresi dagli ultimi sviluppi del caso Maniaci. Non avremmo immaginato che, alla base del terribile animalicidio, vi potesse essere un movente passionale e non uno mafioso”, commenta l’Enpa che, con la propria presidente nazionale Carla Rocchi, aveva espresso solidarietà al giornalista dopo il ritrovamento dei corpi senza vita dei due cani.

“Attendiamo che inquirenti e magistrati facciano definitiva chiarezza su una vicenda così inquietante. Anche perché – osserva Enpa – se fosse confermato che il giornalista era a conoscenza o comunque aveva un sospetto sull’identità dell’uccisore dei suoi animali e abbia intenzionalmente taciuto, ci troveremmo in presenza di un possibile caso di depistaggio oltreché ad una incommentabile insensibilità d’animo”.
Era il dicembre 2014 quando il pastore belga e il setter inglese di Maniaci vennero ritrovati nel cortile della redazione di Telejato appesi senza vita alla recinzione. Intorno alle 16,30, terminata l’edizione del telegiornale, il direttore era sceso nel cortile e aveva trovato i suoi due cani – Billy e Cherie – così straziati: torturati e impiccati. Al ritrovamento erano presenti anche i carabinieri di Partinico che come ogni giorno prestavano il servizio di custodia a Pino Maniaci.
