Maniscalco con i suoi due cani da soccorso: Vasco e Suri
Maniscalco con i suoi due cani da soccorso: Vasco e Suri

AMATRICE (Rieti) – Un gioco. Per il cane da soccorso muoversi tra le macerie dei palazzi crollati per un terremoto è un gioco. Per il suo conduttore è una lotta contro il tempo per cercare di salvare chi, sotto quelle macerie, è rimasto sepolto. Le Unità Cinofile da Soccorso sono un connubio inscindibile che si forma dopo un addestramento impegnativo e che in realtà non finisce mai, come spiega Massimiliano Maniscalco che da diversi anni – con la sua Associazione sportiva cinofila Guardiansk9 – addestra a Latina cani da soccorso (e non solo) e si è trovato a operare con il suo cane Vasco, un pastore belga Malenois di 7 anni, nella zona di Amatrice devastata dal terremoto del 24 agosto. Un’esperienza, quella della ricerca tra le macerie, che Max – grazie al brevetto rilasciato dall’Enci e riconosciuto dall’UCIS, Unità Cinofile Italiane da Soccorso – ha già vissuto in occasione dei terremoti di Sarno, dell’Aquila, in Turchia.

“I cani da macerie o da superficie si preparano già dai primi mesi. Non abbiamo una razza identificata per questo tipo di lavoro, qualsiasi cane può farlo. L’importante è che abbia tanta voglia di giocare e infatti per l’addestramento usiamo palline o cibo. Al di là del controllo, dell’obbedienza dove il cane ti deve seguire in modo allegro, deve aver voglia di collaborare e ci deve essere quindi una forma di simbiosi, di empatia con il cane, per l’addestramento del cane da macerie o da superficie usiamo una pallina o il cibo. Perché ci sono cani che hanno un istinto predatorio altissimo, tanta voglia di giocare e altri che preferiscono il cibo”.

Una sessione di addestramento al soccorso
Una sessione di addestramento al soccorso

“Praticamente gli si fa una richiesta nel gioco, con la pallina o con il cibo, e qui è coinvolto il conduttore che lo va a stimolare, a richiedere l’abbaio. Tutto questo viene poi trasferito a una seconda persona. Quando il cane ha un abbaio costante, pieno, la voglia di arrivare sulla persona e di abbaiare, allora si cominciano ad allungare le distanze. Si trovano superfici molto vaste dove il cane deve lavorare lontano dal conduttore anche fuori dalla sua vista. Come accade anche nelle macerie. Ad Amatrice – ricorda Max – ho avuto il cane fuori dalla mia vista, perché il cane era all’interno di un palazzo crollato. Il cane quindi deve saper lavorare da solo, ed essere seguito solo dalla mia voce”.

“Il percorso di un cane dura circa 2 anni e si arriva al brevetto che è un punto di partenza per poter poi migliorare tutte quelle che sono le capacità e le doti naturali del cane e metterlo al servizio della popolazione“. A seconda del compito che sono chiamati a svolgere – ricerca tra le macerie o ricerca in superficie – i cani, spiega Max, vengono addestrati diversamente anche se la base resta comune e lo spirito è sempre quello del gioco.

Nel caso di un terremoto, spiega ancora Massimiliano Maniscalco, l’importante è essere presto sul posto. “Purtroppo nel nostro lavoro – conclude – lottiamo contro il tempo. Al di là del terremoto, il secondo nemico è il tempo”. Lui e il suo cane sono arrivati ad Amatrice il giorno del terremoto – il 24 agosto – e sono andati via il 26. Il cane è scivolato sulle macerie durante una scossa e si è fratturato lo sterno, ma ha continuato il suo lavoro. Max si è accorto della frattura solo al rientro. Vasco ha già ripreso gli allenamenti, per essere sempre pronto a seguire Max. Lui non è un cane qualunque: lui è un cane da soccorso.

[Fonte: Askanews]

 

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