morso 4ROMA – “Assumere ogni iniziativa utile alla prevenzione del randagismo e all’identificazione canina, implementare la banca dati nazionale“, “rendere pubblici i dati regionali sulle morsicature di cane” e dettagliare “quale sia l’impegno finanziario del governo per i livelli essenziali di assistenza erogati dal servizio sanitario nazionale per quanto riguarda l’area di intervento D 10 (“igiene urbana veterinaria; controllo delle popolazioni sinantrope; controllo episodi di morsi di cane”) e sulla base di quali valutazioni esso sia stato previsto“: è questo ciò che nei giorni scorsi è stato richiesto ai ministri della salute, dell’economia e dell’interno attraverso un’interrogazione che vede primo firmatario il deputato del M5S Silvia Benedetti, il cui nome rimarrà negli annali di Montecitorio per avere morsicato un commesso fino a spedirlo in infermeria.

morso 3I presupposti da cui l’atto prende lo mosse sono molteplici, così come anche le implicazioni ad essi connesse: “Le morsicature da cani, le cui vittime sono sia le persone che altri animali, rappresentano un problema di sanità pubblica e di tutela dell’incolumità ancora largamente inesplorato”, si legge nell’atto. “Agli incidenti nei luoghi pubblici – prosegue l’interrogazione – dove il cittadino deve essere tutelato nella sua incolumità, vanno sommati gli ambienti privati-domestici dove è fortemente presente il rischio di lesioni da cani. Su tale fenomeno, che andrebbe adeguatamente analizzato con approcci e interventi diversi sotto il profilo delle cause, degli effetti, della gravità, delle responsabilità e dei rimedi, si rileva invece l’assenza sia di dati epidemiologici sia di dati relativi ai costi socio economici“.

morso 2“A distanza di tredici anni dal primo atto normativo (ordinanza 9 settembre 2003, tutela dell’incolumità pubblica dal rischio di aggressioni da parte di cani potenzialmente pericolosi), il fenomeno delle aggressioni canine non poggia ancora su dati nazionali epidemiologicamente certi: non se ne conosce il dettaglio né per numero né per scala di gravità. Ciò dipende dal fatto che le possibili fonti di informazione istituzionali, l’anagrafe nazionale degli animali d’affezione (Ministero della salute) e le anagrafi canine nazionali (servizi veterinari delle Asl), non consentono di soddisfare tale esigenza informativa principalmente per due motivi: le anagrafi regionali sono organizzate secondo sistemi di raccolta e informatizzazione variabili da regione a regione, morso 1inoltre non garantiscono una trasmissione puntuale e tempestiva dei dati all’anagrafe nazionale. Altrettanto inservibili, a fini epidemiologico-statistici, risultano le strutture della rete di emergenza ospedaliera (pronto soccorso) ai quali si rivolgono i cittadini in caso di lesioni da morsicature. I dati in possesso di queste strutture non vengono tesaurizzati e messi a disposizione dei medici veterinari a scopo di monitoraggio e analisi”.

“E’  quasi sempre la cronaca giornalistica a portare alla ribalta drammatici eventi mortali anche in ambiente domestico-familiare, ed eventi di gravità sanitaria diversificata, che talvolta coinvolgono anche cani randagi. Non risulta sia mai stata considerata l’opportunità di una indagine nazionale presso le strutture ospedaliere o presso i servizi veterinari delle Asl, benché esperienze di monitoraggio territoriale, per quanto sporadiche e con finalità puramente scientifico-letterarie, abbiano consentito di misurare l’impatto delle ordinanze ministeriali. Il fenomeno delle aggressioni canine ha un elevato costo socio-economico – sia per i privati che per la pubblica amministrazione – di cui non risulta sia mai stata curata né una stima né un rendicontazione”.

 

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