Dudù e Dudina in braccio a Silvio Berlusconi e Francesca Pascale
Dudù e Dudina in braccio a Silvio Berlusconi e Francesca Pascale

Dove vai se il cane non ce l’hai? Il ritorno di Dudù ad Arcore dopo lo ‘sfratto’ di qualche mese da Villa San Martino per garantire una tranquilla convalescenza (e niente infezioni) a Silvio Berlusconi nel post-operazione al cuore, ha riportato di nuovo al centro della politica gli amici a quattro zampe. Certamente, il cagnolino più famoso e ‘social’ d’Italia resta proprio il barboncino maltese voluto dalla compagna del presidente di Forza Italia, Francesca Pascale. Ci sono più foto sue sui social network di un leader. E la dinasty canina targata Cav non si ferma qui. L’ultimo arrivato nella residenza milanese dell’ex premier è ‘Rambo’, e prima di lui Harley, una bianca golden retriever regalo dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla.

Il cane Delirio in braccio al suo umano, il comico Beppe Grillo
Il cane Delirio in braccio al suo umano, il comico Beppe Grillo

Dudù è stato anche la causa di un durissimo scontro tra il presidente azzurro e Beppe Grillo. ”Deve essere affidato alla vivisezione…”, attaccò il leader M5S nel 2014 per poi correggere il tiro su twitter, precisando che la sua era stata solo una ”provocazione”, visto che anche lui è molto affezionato al suo cane Delirio. Pronta la replica di Berlusconi: ”Credo che questo nome dipinga bene il personaggio…”. Tutti ricordano le foto del 2000 di Massimo D’Alema a spasso con il labrador Lulu. Ma la storia insegna che sin dai tempi dello sbarco dei Mille a Marsala gli animali hanno svolto un ruolo almeno da ‘co-protagonisti’ nella vita dei potenti italiani: da Giuseppe Garibaldi a Sandro Pertini.

vittorio emanuele II
Vittorio Emanuele II accarezza uno dei suoi cani

L’Eroe dei due Mondi fondò nel 1871 la Società protettrice degli animali (quella che oggi è l’Enpa) dopo aver saputo dei primi esperimenti scientifici sugli animali. Amante dei cani (ne aveva quattro), ma soprattutto di cavalli, nel 1876, in esilio a Caprera, Garibaldi fece costruire una tomba in memoria del fidato compagno d’avventura, il cavallo Marsala con tanto di epitaffio. Anche Camillo Benso conte di Cavour, che possedeva una delle più belle tenute agricole del Piemonte, si impegnò per tutelare la salute degli animali, mentre il primo re d’Italia Vittorio Emanuele II ci ha consegnato la sua immagine anche nell’atto di accarezzare uno dei suoi cani. Il presidente della Repubblica Pertini aveva un debole per il suo barboncino Trick, fatto seppellire al cimitero Casa Rosa per animali domestici di Roma.

(segue…)

 

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