ROMA – Favorevoli, contrari, lettere in navetta tra Senato e Camera tra Pd e Pd, nodi fatti e nodi sciolti: nell’ultima giornata, da quando è giunta notizia dell’emendamento Anzaldi (Pd) alla manovra in tema di contrasto al randagismo è stata una girandola di prese di posizione di tutti i generi, ciascuna con il suo bagaglio più o meno solido di motivazioni a supporto, tutte legittime. Con una stima a cazzotto, azzardiamo che non siano ancora finite. Abbiamo dato e daremo conto di ciascuna e – a costo di risultare ripetitivi e pur avendo una nostra opinione – scegliamo di farlo utilizzando titoli di identica struttura così da essere il più possibile equidistanti da ciascuna delle opinioni espresse.

Una vigliaccata? No no. E’ che per la prima volta si assiste a una bella novità: il randagismo sale sul palcoscenico nobile della politica, occupa i pensieri di chi si trova nelle stanze dei bottoni, riempie le agenzie di stampa e le colonne dei quotidiani, e suscita reazione tra gli operatori e gli appassionati che nelle ultime ventiquattr’ore – dopo essere stati provetti allenatori di nazionale, esperti di politica a stelle e strisce, costituzionalisti della prima ora – si riscoprono animalisti convinti, oppure no ma non importa: importa il dibattito. Importa l’interesse su una questione, quella del randagismo, che dopo ogni evidenza di cronaca, anche drammatica, si tende a rispazzare via sotto a un tappeto di silenzio.

Per la prima volta la principale legge dello Stato, la manovra annuale che lo regge in piedi e attraverso la cui cartina di tornasole l’Europa ci osserva, si occupa in maniera centrale di una tematica che, nonostante una legge che dove applicata ha fatto risultato, finora è rimasta relegata nella nicchia considerata a torto marginale degli animalisti; peggio: di certo veteroanimalismo di maniera screditato prima ancora di aprire bocca. Oggi non più, e noi accogliamo con favore il buon segno del dibattito, lo ospitiamo volentieri con l’ambizione di dare spazio a tutti in maniera equanime. Su questo tema ogni idea merita di essere visibile, non foss’altro perché scopre le carte. E’ il buon segno del dibattito.