randagia cuccioliROMA – “La tassa sui cani non sterilizzati all’ordine del giorno in parlamento è un primo passo per chiudere il rubinetto del randagismo”: lo afferma la presidente nazionale di Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Piera Rosati, che si inserisce così nel dibattito innescato dall’emendamento Anzaldi che prevede sterilizzazioni obbligatorie per i cani di proprietà o, in alternativa, il pagamento di una tassa comunale da cui sarebbero esentate alcune categorie.

“Ogni anno – riflette LNDC – milioni di euro vengono spesi per la piaga non estirpata del randagismo che genera a sua volta maltrattamenti e che è frutto di abbandoni criminali, figlia di una inciviltà che non ha pari in Europa. L’emendamento alla manovra economica proposto è però imperfetto e non va a colpire proprio là dove si origina il randagismo: è incomprensibile l’esenzione per i pastori e i cacciatori. Vi sono aree del paese in cui proprio queste categorie producono la proliferazione di cani randagi, in seguito a continui accoppiamenti o ad abbandoni ‘mirati’. Non registrano i cani e li gettano in strada quando se ne devono disfare. Il parlamento corregga immediatamente il tiro”.

“E’ giusto e doveroso – prosegue Rosati – che anche gli allevatori siano controllati: sia quelli ufficialmente registrati sia i tanti spacciatori di cani di razza che operano in nero, illegalmente, che importano cani dall’Est o che li fanno riprodurre con esiti barbari. L’Italia è piena di pseudoallevatori improvvisati, ed è necessario rinforzare i controlli affinché chi lucra sugli animali ne assicuri il benessere e paghi le tasse sui profitti generati. Questo primo passo va quindi implementato con le attività di controllo che esistono sulla carta, per arrivare ad una efficacia vera dell’anagrafe canina, oggi ancora ferma al palo in troppe regioni, accanto ad aiuti e sconti per quella fascia debole di popolazione che non può permettersi il costo di una sterilizzazione”, conclude Rosati.

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