Gulliver
Gulliver

NAPOLI – Guaiva. Piangeva. Si lamentava. E allora, nell’affollamento di un aeroporto come quello napoletano di Capodichino, la pietà si faceva spazio tra i bagagli per donare a quel cane chi una carezza, chi un pezzettino di cibo, chi una parola… chi tentava di tranquillizzarlo, però, probabilmente pensava che il tenero simil border fosse stato ‘parcheggiato’ lì un attimo mentre i suoi umani sbrigavano le incombenze di imbarco o sbarco. Nulla di più.

Poi, quando è calata la sera e di quel cane legato al palo non restava che una ciambellina pelosa, ghiaccia marmata e con gli occhioni sbarrati, allora a quel punto ci si è resi conto: era stato abbandonato. Altro che storie. Mollato lì col cuoricino spezzato.

Gulliver, lo hanno ribattezzato i volontari che adesso ne hanno cura e che per lui cercano una nuova famiglia che riempia d’amore il buco lasciatogli nel cuore. Dicono che sia un buon cane, che vada d’accordo con tutti. E’ mite, ha un carattere dolce. Ha due anni, sano e sterilizzato. Gli manca solo una cosa: casa.

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