In Canada spopola, e altrettanto accade negli Stati Uniti dove è nato, in California, nel 1970 dall’idea di Hebert Wagner. In Europa continentale, dove approda negli anni Novanta, la sua pratica – a parte Belgio e Olanda – stenta a decollare, e soprattutto l’Italia nel campo risulta indietro. Eppure peccato, perché il Flyball per il cane è un supersport con superdivertimento: ci sono le palline che volano da addentare e riportare, gli ostacoli da saltare, le corse sui prati, l’attivazione mentale per premere con la zampa la pedana spara-palla (il Flybox, anche quello inventato da Wagner), l’interazione con l’uomo ma anche con altri cani… Insomma, per l’umano magari sarà pure un po’ statico, ma per il cane è proprio tanta roba!
E allora osserviamolo meglio, questo sport che si pratica con squadre di 4 cani ciascuna su un percorso rettilineo che conta 4 ostacoli collocati a 4 metri uno dall’altro. Le gare si disputano a squadre e la vittoria si ottiene di solito al meglio su 5 manches che si svolgono su campi paralleli non divisi, il che implica un di più di difficoltà per i cani che devono pazientare davanti alla tentazione di rincorrere qualunque cosa voli per aria.
La manche si svolge così: quando una specie di semaforo dà il via il primo cane parte, si fionda saltando gli ostacoli fino alla pedana, la preme con la zampa, va a recuperare la palla (una normale pallina da tennis), ripercorre il precorso a ostacoli verso l’umano e gli consegna la palla; appena la pallina è in mano al bipede via che parte a bomba il secondo cane che ripete il tutto, così il terzo e il quarto. La gara a perdifiato termina quando l’ultimo cane porta la palla all’uomo, e vince il team che realizza il tempo migliore senza errori.
Gli errori in effetti sono previsti dal regolamento, solo che il cane che ne compie uno deve rimettersi in coda a tutto il team con inevitabile perdita di secondi preziosi. Gli errori possibili sono parecchi, dal perdersi per la via uno degli ostacoli agli scambi irregolari se il cane in partenza scatta prima che l’altro abbia varcato la linea di fine percorso. Tra i più gravi, però, c’è il fare i bisogni nel circuito: uno spruzzetto di pipì, e l’intera manche è perduta, la squadra spacciata.
Tanto quanto contano le regole di gara, per la società belga di Flyball conta anche la condotta: “Uno degli scopi del Flyball belga è favorire una buona convivenza e rispetto dello spirito sportivo nel rapporto col cane. Questa caratteristica non sarà implicita, ma ben percepita come uno stile di vita durante le manifestazioni e le gare in cui i concorrenti faranno costantemente prova di gentilezza col cane e cortesia tra umani. In nessun caso dovranno mostrarsi aggressivi né verso i cani, né verso le altre persone dentro e fuori dal ring”. In questo contesto va da sé, ma è comunque scritto, che “il benessere del cane” deve sempre essere messo al primo posto e che non sono tollerati “maltrattamenti o correzioni corporali del cane”. Vietato, ovvio, il collare a strozzo.