La voce Wikipedia: c’è. L’attesa: eccome se c’è. Il sito dedicato: c’è anche quello. E allora via, finalmente nelle sale italiane dal prossimo 6 ottobre arriva Pets – Vita da animali, il cartone con cui Chris Renaud – il creatore di Cattivissimo me – torna alla regia. Cofondatore della Illumination Enertainement insieme al producer Chris Meledandri, eccolo che ha creato un nuovo film che sa già di successo annunciato.

L’impronta visiva è quella stessa – cifra stilistica, ormai – che a decretato l’apprezzamento delle altre pellicole, con design, forme, colori, character design in continuità con gli altri lavori. Qui si esplora la vita casalinga dei cani e degli altri pet quando i proprietari – noi, cioè… – escono per andare al lavoro e a scuola. E mentre a noi rimordono le coscienze per la solitudine in cui li abbiamo lasciati, loro: che fanno? Di tutto, in verità, e gli autori spremono da ogni singola scena ogni stilla di comicità possibile evocando in un’azione sfrenata rocamboleschi incidenti, inattese traslazioni dagli usi comuni, crolli, patatrac formidabili e via ridendo a crepapelle.

Eppure tutto comincia in maniera pacata, con il cane Max che vive in massima serenità il suo tran tran con la sua proprietaria, almeno finché questa non torna a casa con l’enorme Duke, salvato da un canile: dovrà convivere con lui d’ora in poi. L’inevitabile tensione trasforma il primo giorno in un disastro colossale: Max e Duke si ritrovano lontanissimi da casa, mentre i cani loro amici (tra cui l’innamoratissima Gidget) cercano di raggiungerli, e una banda di animali selvatici nascosti nelle fogne, capitanati dal folle coniglio Nevosetto, vuole la loro pelle.

Le critiche? Controverse. I detrattori ne trovano il limite nella velocità, nel fuoco di fila di trovate avventurose che non lasciano il tempo di affezionarsi ai quattro zampe. Simpatia, non tenerezza. A giudicare dagli incassi – 820 milioni di dollari finora nel mondo – parrebbe un trionfo, tanto che è già previsto il sequel per l’agosto 2018. Dunque non resta che vederlo. Per ingannare l’attesa si può intanto creare il personaggio personale perché il generatore: c’è!