Lillo e Freedom sul divano

Lillo e Freedom sul divano

“Sento ancora le urla silenziose dei miei compagni d’inferno, il rumore delle porte che sbattono, la puzza di morte. Ma quella, semmai, era la liberazione. Nessun essere vivente dovrebbe patire tutto quel dolore. Nemmeno per tentare di salvare una vita ‘superiore’. Perché con la violenza non si salva nessuno. La mia mamma e il mio papà mi hanno salvato quel giorno a Green Hill. Ma io non dimentico. Non dimentico che prima di essere Freedom io mi chiamavo 4329423556 BS GH. E scrivo per chi ancora vive quell’inferno chiamato vivisezione. Ci può essere scienza senza coscienza?”

Chi scrive si chiama Freedom ed è uno dei tanti beagle salvati dall’inferno di Green Hill, l’allevamento di Montichiari nel bresciano. Silvia Ruffinello – volontaria Oipa – è la sua umana che, dopo Freedom, ha portato a casa anche Lillo, arrivato al canile di Monza dopo una vita in laboratorio in Spagna e poi a Napoli in osservazione nell’ambito della sperimentazione su vaccini per la leishmania.

Freedom in braccio a Silvia
Freedom in braccio a Silvia

Questa storia di salvezza, riscatto, amore e rispetto è oggi un libro. Edito da Pathos Edizioni si intitola Freedom, Lillo & Co. Green Hill: l’inizio della sua fine, e Silvia Ruffinello lo ha scritto con l’obiettivo di aiutare – attraverso il ricavato – il gattile di Chieri, nel Torinese, gestito da Lida (Lega italiana dei diritti dell’animale). A maggio verrà presentato al Salone del Libro di Torino, ma intanto è già acquistabile online e in libreria.

“Lillo – spiega Silvia – è il beagle poliglotta, nel libro parla spagnolo misto a francese e napoletano. L’ho visto sulla pagina della sezione Enpa di Monza e Brianza – si legge nella nota diffusa proprio da quella sezione dell’Ente – ed è stato amore a prima vista. Adesso è un beagle adorabile e se leggerete il libro vi accorgerete di quanto è cambiato. La scelta migliore della mia vita. Freedom ha vissuto sei mesi a Green Hill e nel libro racconta la sua storia fatta di dolore, paura e felicità. Grazie a lei, Lillo è uscito dal suo universo parallelo. Non mi importa se è infetto, lo adoro e lo curo al meglio sperando stia con noi il più a lungo possibile”.

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