Il cane Tongdaeng accompagna il re Bhumibol Adulyadej all'ospedale di Bangkok in uno scatto del 2010
Il cane Tongdaeng accompagna il re Bhumibol Adulyadej all’ospedale di Bangkok in uno scatto del 2010

BANGKOK (Thailandia) – Lesa maestà per avere offeso il cane del re su Facebook: è con questo capo di imputazione che verrà processato, in Thailandia, un operaio dell’industria automobilistica di 27 anni, Thanakorn Siripaiboon. Il procedimento giudiziario è in carico al tribunale militare di Bangkok, che non ha rilasciato alcun commento. A definire meglio i contorni della vicenda è invece l’avvocato Pawinee Chumsri di Thai Layers per Human Rights, una ong impegnata nei casi legali più sensibili: la giustizia, spiega Chumsri, rimprovera al suo assistito “un commento che deride il cane del re” pubblicato sul suo profilo Facebook. Per questo l’internauta è stato arrestato la scorsa settimana e adesso è detenuto in attesa di giudizio.

In Thailandia, la famiglia reale è protetta da una delle leggi più restrittive del mondo. Ogni persona che offende re Bhumibol Adulyadej, 88 anni, presentato come un semidio, oppure la regina, gli eredi al trono o i reggenti è punibile con la reclusione fino a quindici anni. In questo contesto il cane del re, Tongdaeng, è investito di un forte potere simbolico: è stato utilizzato in passato dal sovrano per dispensare i suoi consigli alla nazione ed è stato oggetto di un film di animazione, nelle sale da inizio dicembre per gli 88 anni del re. E’ inoltre protagonista di un libro scritto dal re nel 2002.
A testimonianza di quanta tensione esista nel paese attorno alla vicenda e più in generale del grado di nervosismo della giunta al potere dal colpo di stato del maggio 2014, l’articolo del New York Time che riportava la notizia dell’arresto dell’operaio è stato censurato: “Il pezzo previsto in questo spazio è stato rimosso dai nostri stampatori in Thailandia – si legge in una nota nello spazio bianco – Il New York Times e il suo staff editoriale non hanno alcuna responsabilità nella rimozione dell’articolo”. Si tratta della terza censura per il NYT in Thailandia in meno di un mese. Intanto solo poco fa, a sorpresa, il re – nonostante le sue precarie condizioni di salute – ha fatto una rara apparizione pubblica attraverso un filmato televisivo rilasciato dal palazzo reale.

 

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